SINGAPORE, IL PRIMO TAXI CHE VA DA SOLO

NutonomyA Singapore la start-up americana Nutonomy lancia il primo taxi senza conducente. Ma la tecnologia driverless necessita ancora di qualche perfezionamento: quattro mesi fa, in Ohio, la prima vittima


di Giulio Simeone

Sabato 3 settembre 2016


Molto probabilmente, in un futuro non troppo lontano, il concetto di guida sarà rivoluzionato: anzichè guidare le automobili, gli uomini verranno trasportati da esse. Sia che si tratti di automobili proprie, sia di servizi a pagamento come gli attuali taxi. Il primo taxi driverless, ovvero senza conducente, è entrato in azione a Singapore lo scorso 25 agosto. Si tratta di una sperimentazione che per ora prevede la presenza a bordo di un operatore pronto ad intervenire in caso di emergenza, che viene portata avanti in una piccola zona periferica della città, e che coinvolge solo una cinquantina di utenti selezionati. Però la NuTonomy, la start-up americana che ha lanciato il servizio, assicura che nel giro di pochi mesi migliaia di taxi saranno a disposizione degli abitanti di Singapore. Come si dice, il futuro è ora. Nutonomy non è un’industria produttrice di automobili. Fondata nel 2013 da due ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Tecnology), essa implementa la tecnologia driverless con dei sistemi informativi che poi vengono installati su piccoli veicoli elettrici Renault o Mitsubishi. Questi sistemi informativi sono dotati di un complesso sistema di laser che rilevano tutto ciò che circonda l’automobile e lo trasmettono al software che “guida” l’automobile, e prende tutte le relative decisioni.

A Singapore mercato favorevole ai taxi

Non è un caso che il primo taxi driverless sia stato attivato proprio a Singapore: infatti esso ha trovato un background favorevole a causa di più fattori concomitanti. A Singapore il taxi è un mezzo di trasporto molto usato: infatti, se da un lato le sue tariffe sono più che ragionevoli, non tutti gli abitanti si possono permettere un’automobile. Inoltre, come scrive il reporter Andreas Illmer sul sito della BBCLa situazione del traffico di Singapore è piuttosto disciplinata ed organizzata. La maggior parte delle volte che gli abitanti di Singapore parlano di “traffico”, intendono qualche macchina in più del solito in coda ad un semaforo

Nulla è infallibile …

In quest’articolo scritto un po’ più d’un anno fa, avevamo fatto il punto sui progressi delle tecnologie driverless. Adesso sono stati fatti ulteriori passi in avanti, ma purtroppo il 7 maggio di quest’anno si è verificato anche il primo incidente mortale provocato da un’automobile a guida driverless. La Tesla di Joshua Brown, mentre percorreva un’autostrada in Florida, non è riuscita a distinguere il fianco bianco di un camion dalla luce abbagliante del sole, e ci si è andata a schiantare contro, provocando la morte dello sfortunato quarantenne americano, che fino a quel momento era stato un entusiasta della guida driverless. Questo incidente non deve arrestare il progresso: purtroppo, ogni volta che viene sperimentata una importante novità tecnologica, è inevitabile che qualcosa non vada bene e che qualcuno ne paghi le conseguenze. Piuttosto, deve far riflettere sul fatto che le possibili situazioni di pericolo sono tantissime e non facilissime da classificare. Una macchina driverless, pur essendo dotata di un livello di precisione molto maggiore di un umano, non è assolutamente dotata dello stesso buonsenso, e la strada per “insegnarle” a gestire tutte le possibili situazioni di pericolo può essere ancora lunga, soprattutto se si parla di zone trafficate e popolose. L’obiettivo però pensiamo che sia non la perfezione, ma la quasi-perfezione: infatti nella vita, per quanto possiamo tentare di attrezzarci contro ogni possibile situazione di pericolo, per quanto possiamo tentare di imparare dalle esperienze pregresse, si potrà sempre presentare qualche nuova situazione che ci coglie di sorpresa. E lo stesso vale, magari con sfumature un po’ diverse, anche per le macchine dotate di intelligenza artificiale.

 

Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

Secured By miniOrange