DISABILI, A TRENTO LA VITA É PIÚ FACILE

 

Trento, oltre ad essere una città accessibile, è anche una città molto bella: nella foto la splendida Piazza Duomo
Trento, oltre ad essere una città accessibile, è anche una città molto bella: nella foto la splendida Piazza Duomo

Grazie alla discreta accessibilità dei mezzi pubblici e all’efficiente servizio di accompagnamento “Muoversi” a Trento si può essere autonomi anche con un handicap serio. A Roma è molto più difficile


 di Giulio Simeone

Roma, martedì 9 febbraio 2016


NOTA IMPORTANTE: due mesi dopo aver scritto quest’articolo, che comunque si basa su fonti più che affidabili, mi sono recato sul posto per una vacanza di sei giorni, e ho avuto modo di constatare di persona che Trento, almeno nella maggior parte dei quartieri, è una città veramente ideale per chi si sposta in carrozzina. Ne ho parlato ampiamente nell’articolo “Da Roma a Trento: la mia fuga per l’indipendenza


Tra i capoluoghi di provincia italiani, Trento è indubbiamente uno di quelli dove le persone con handicap più serio, ovvero quelle che non guidano la macchina, hanno minori difficoltà a spostarsi in autonomia. Grazie al livello più che discreto di accessibilità del trasporto pubblico e dei marciapiedi, la carrozzina elettrica può rappresentare un vero e proprio mezzo di trasporto da utilizzare per muoversi per Trento e per le splendide zone limitrofe. Con la carrozzina elettrica, come vedremo in dettaglio, una persona disabile non ha proprio la stessa libertà di movimento che ha una persona che si sposta a piedi, perchè alcune fermate non sono ancora accessibili: per quanto non ancora completa, però, l’accessibilità del trasporto pubblico è ben integrata da un servizio di accompagnamento tramite taxi oppure pulmini attrezzati, che si chiama Muoversi, che è ben tarato sulle esigenze degli utenti e che regala loro una discreta dose di libertà supplementare.

Libertà di muoversi = autostima

La libertà di spostarsi autonomamente da un punto all’altro è essenziale per una persona con diverse abilità, e, come abbiamo scritto in questarticolo, contribuisce in maniera rilevante alla costruzione di una buona fiducia in se stessi. Purtroppo, la maggioranza delle grandi città italiane non sono altrettanto bene organizzate: nel proseguio dell’articolo spiegheremo come Roma esce abbastanza male dal confronto con Trento, e che si può senz’altro dire che, a parità di condizioni fisiche, una persona che vive a Roma é più disabile di una persona che vive a Trento.

La nostra fonte: la Cooperativa Handicrea

Ad darci informazioni molto dettagliate sull’accessibilità di Trento è stata la Cooperativa Handicrea, che da anni si occupa di rilevare le caratteristiche di accessibilità delle strutture e dei luoghi di interesse pubblico e che peraltro ha contribuito alla realizzazione dell’ app per smartphone “Trentino Accessibile”. Essa fornisce informazioni sull’accessibilità di un gran numero di ristoranti, alberghi, uffici, altre strutture del Trentino, ed è scaricabile su iTunes a questo link.

Autobus OK, ma non tutte le fermate sono accessibili

Le due componenti fondamentali che consentono ad una persona in carrozzina di spostarsi con ragionevole libertà a Trento e dintorni sono l’accessibilità della rete di trasporto pubblico e quella dei marciapiedi. Ben 19 linee d’autobus su 21 sono attualmente abilitate per il trasporto disabili: esse sono dotate di pianale superribassato, di lama estraibile per la salita/discesa delle carrozzelle e di posto riservato con cintura di sicurezza. Tale cintura di sicurezza è posizionata ad un’altezza tale da essere facilmente raggiungibile dalla persona in carrozzina; tuttavia, qualora egli non riuscisse ad allacciarla autonomamente, può chiamare il conducente tramite l’apposito pulsante di chiamata e farsi aiutare.

Esempio di fermata accessibile, con la pedana che arriva fino al piano della strada e consente la salita/discesa
Esempio di fermata accessibile, con la pedana che arriva fino al piano della strada e consente la salita/discesa

Però, come ci ha spiegato la Presidente della cooperativa Handicrea Graziella Anesi, in corrispondenza di determinate fermate, il pianale è troppo basso perché le lame estraibili vi possano arrivare, e allora sono necessari dei lavori per alzare tale pianale: a volte però l’adattamento delle fermate risulta problematica a causa della conformazione collinare del territorio. Le fermate non accessibili, chiaramente, allungano in molti casi il percorso delle persone in carrozzina, costrette a fare giri alternativi più lunghi. Attualmente risulta accessibile il 40% delle fermate di autobus cittadine, che rappresenta in ogni caso un grande miglioramento rispetto al 3% del 2000, e, come vedremo, una buona percentuale rispetto a quella di Roma. A questo link è possibile scaricare l’elenco completo delle fermate cittadine accessibili, aggiornato proprio al 1° febbraio.

Per chi vuole andare più lontano

Per quanto riguarda gli autobus extraurbani, la percentuale di fermate accessibili è analoga: essa è pari al 40%. Da notare che da Trento, gli autobus extraurbani portano spesso in zone molto gradevoli e ricche di bellezze naturali, tra le quali citiamo quella del Lago di Garda e quella della Valsugana.

Suggestiva veduta del Lago di Garda
Suggestiva veduta del Lago di Garda

Per chi volesse andare un po’ più lontano, ricordiamo che da Trento passa il treno ad alta velocità Frecciargento che consente di raggiungere Verona in un’ora, Bologna in due ore, Firenze in due ore e quaranta minuti, Roma in quattro ore e, nell’altra direzione, Bolzano in mezz’ora. Come abbiamo spiegato in dettaglio in quest’articolo, lungo la tratta Roma – Bolzano, così come lungo tutte le tratte che collegano grandi città, una persona disabile può viaggiare anche da sola, fatto salvo il problema di andare in bagno. L’aereoporto di grandi dimensioni più vicino, invece, dista 90 Km ed è quello di Verona.

“Muoversi”, un servizio di accompagnamento efficiente

La non completa accessibilità delle fermate d’autobus, però, viene integrata da un servizio di accompagnamento molto efficiente e che in molti casi conferisce una buona dose di libertà supplementare alle persone diversamente abili che non guidano: anche perché una cosa è andare in giro in carrozzina percorrendo lunghi tratti magari in condizioni meteorologiche avverse, una cosa è stare comodamente seduti in una vettura. Il servizio “Muoversi” viene concesso soprattutto per motivi sanitari, di lavoro oppure sociali e consiste nell’assegnazione di”buoni chilometrici” che permettono agli utenti di viaggiare gratis su taxi oppure vetture attrezzate fino ad una certa soglia chilometrica annuale. Tale soglia viene calcolata sulla base delle esigenze di ciascun utente: un utente che ad esempio vive a Trento e lavora a Riva del Garda riceverà più buoni chilometrici rispetto ad un utente che vive e lavora a Trento.

A Trento ti accompagnano dove vuoi, a Roma no

Da notare però, che, una volta fissata la soglia di chilometri, l’utente è libero di scegliere i percorsi che preferisce, se di ritorno dal lavoro vuole recarsi in un posto un po’ più lontano rispetto alla propria abitazione, è libero di farlo, naturalmente gli rimarrà una quantità un po’ minore di buoni chilometrici. Questa dovrebbe essere una cosa ovvia, ma per il Comune di Roma ad esempio, non lo è affatto; da decenni, infatti, a Roma, come abbiamo spiegato in dettaglio in quest’articolo sussiste l’assurdo vincolo del percorso obbligato, che in molti casi impone ai veicoli di trasportare gli utenti sempre lungo lo stesso percorso. Gli utenti del servizio “Muoversi” usufruiscono di un’ampia scelta anche per quanto riguarda la scelta della vettura: anche a seconda del loro tipo di disabilità, possono scegliere tra tre cooperative di taxi e cinque cooperative di pulmini attrezzati.

trento - veicoli attrezzati
Il servizio “Muoversi” svolto da vetture attrezzate

A Roma, invece, gli utenti del servizio hanno la scelta solamente tra il Radio Taxi 3570 e la ditta Meditral.

A chi viene concesso il servizio “Muoversi”

Il servizio viene concesso a persone residenti nella provincia di Trento che abbiano l’accompagnamento (quindi codici 05 o 06 o 07 del certificato di invalidità), che siano gravemente ipovedenti oppure che, su specifica richiesta, ricevano l’autorizzazione dalla commissione della legge 104/92. Per gli studenti iscritti all’Università di Trento, non è necessaria la residenza in provincia. Chi desiderasse informazioni più dettagliate, può trovare i punti essenziali del regolamento del servizio a questo link sul portale trentinosociale.it dedicato in generale ai servizi sociali nella regione.

Roma, pedane ed ascensori spesso ci sono, ma non funzionano!

Roma esce perdente dal confronto con Trento anche per quanto riguarda l’accessibilità dei mezzi pubblici: secondo Ileana Argentin, che la scorsa estate ha presentato un Esposto in Procura contro l’ ATAC, l’ 80 per cento dei mezzi pubblici è effettivamente munito di pedane per consentire l’accesso ai disabili, e fin qui le percentuali sarebbero analoghe a quelle di Trento, ma queste pedane sono quasi tutti fuori uso e solo il 15 per cento dei mezzi finisce per essere accessibile. Per quanto riguarda l’accessibilità delle fermate della metropolitana, secondo quanto scrive Maria Gabriella Lanza sul sito della KataWeb risultano accessibili e dotate di ascensori il 37% delle fermate della linea A e l’88% di quelle della metro B; ma ancora, stando a quanto afferma la stessa giornalista, la realtà è peggiore delle statistiche, perchè i disabili romani che si imbarcano nella coraggiosa impresa di andare in metropolitana in carrozzina devono ” prima sperare che la stazione sia dotata di ascensore e poi augurarsi di trovare il responsabile che lo possa azionare“. In questo video si vede l’odissea di un gruppo di uomini in carrozzina che ha grosse difficoltà ad utilizzare stazioni della metropolitana ed autobus che sono catalogate come accessibili, con gli addetti che si devono arrampicare sugli specchi per spiegare tutti i malfunzionamenti. 

Una città accessibile può cambiarti la vita

Insomma, a Trento le persone disabili possono senz’altro contare su amministrazioni più solerti e pronte a rispondere alle loro esigenze di mobilità ed autonomia, rispetto a quelle di altre città italiane, che spesso operano in modo molto lento e farraginoso.

Uomo in sedia a rotelle che sale su un autobus grazie all'apposita pedana
Trento – Uomo in sedia a rotelle che sale su un autobus grazie all’apposita pedana

L’autonomia negli spostamenti, come abbiamo scritto tante volte, può veramente fare la differenza tra una disabilità seria, che costringe le persone a ricevere un’assistenza continua, ed una disabilità lieve, con una quotidianità che magari può essere un po’ più difficoltosa rispetto alla media, che magari può necessitare di qualche aiuto, ma che sostanzialmente viene portata avanti in modo indipendente. Cambiare città non è sempre facile, e spesso esistono elementi che vincolano le persone a vivere in una città, come il lavoro, la famiglia, amicizie ed interessi; però, a tutti quei disabili costretti a vivere in città che non rispondono alle loro esigenze di autonomia e di autodeterminazione, consigliamo senz’altro di considerare l’idea di trasferirsi in città con strutture e servizi più “disabled-friendly”. La ritrovata libertà di movimento potrebbe cambiare la loro vita, e consentire loro di raggiungere obiettivi insperati.

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Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

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