1923, LA RIFORMA GENTILE E IL PRIMO ESAME DI MATURITÀ

maturità 1923Il primo esame di maturità si svolse nel 1923, a seguito della riforma Gentile: sicuramente era più difficile e selettivo rispetto ad oggi


di Giulio Simeone

Roma, sabato 25 giugno 2016


Sicuramente, gli studenti del primo esame di maturità che ha avuto luogo nel 1923, quasi un secolo fa, ebbero vita più molto più difficile rispetto alla media degli studenti di oggi. Non solo perché non esisteva Internet. Esso prevedeva ben quattro prove scritte, e la prova orale non era sul solo programma dell’ultimo anno, ma sul programma dell’intero Liceo. Il Classico e lo Scientifico, infatti, erano allora le uniche scuole che permettevano l’accesso all’Università. La Commissione d’ Esame era formata in gran parte da docenti universitari, e molti studenti dovevano sostenere l’esame in una città diversa dalla propria, con gli spostamenti che erano molto più laboriosi quelli di adesso: l’automobile, infatti, era un privilegio riservato a pochi e la rete ferroviaria era ancora molto incompleta. La maturità Classica, oltre al tema di Italiano e alla versione di Greco, prevedeva una traduzione non solo dal Latino all’ Italiano, ma anche dall’ Italiano al Latino, chiaramente molto più difficile!! La maturità Scientifica, invece, prevedeva prove di Italiano, Latino, Matematica e Lingua Straniera, con il francese che allora prevaleva sull’inglese. La difficoltà delle prove non induceva la Commissione ad essere più benevola: almeno i primi anni le percentuali di promossi furono molto basse, ad esempio nel 1925 furono del 60% alla maturità Classica e del 55% alla maturità Scientifica.

Un esame nato con il fascismo

Ma da chi fu istituito l’esame di maturità, e in quali condizioni storiche? La riforma in questione è nota come riforma Gentile, dal nome di Giovanni Gentile, il rinomato filosofo che allora era ministro dell’ Istruzione. Era l’epoca del primo governo Mussolini, che un anno prima si era insediato dopo la marcia su Roma e con la complicità del Re Vittorio Emanuele III, e che un anno dopo si sarebbe rivelato in tutta la sua efferatezza con l’omicidio di Giacomo Matteotti.

L’Università accessibile solo a pochi

Secondo molti studiosi, la riforma Gentile ebbe una forte connotazione classista, con una forte selezione non solo in occasione dell’esame di maturità, ma anche molto prima. Per i ceti meno abbienti vennero create le scuole complementari per l‘avviamento al lavoro, che fornivano degli strumenti utili per trovare un’occupazione soprattutto manuale, ma che assolutamente non consentivano l’accesso non solo all’ Università, ma neanche a qualunque tipo di scuola superiore. Le scuole di avviamento iniziavano dai 10 anni, quindi già da quell’età un bambino iscritto a tale scuola sapeva che, pur volendo, non avrebbe potuto continuare a studiare. Le donne, anche quando proseguivano gli studi dopo le scuole elementari, venivano per la maggior parte relegate nel “Liceo Femminile” che parimenti non consentiva l’accesso all’Università.

Giovanni Gentile(1875-1944), l'ideatore dell'esame di maturità
Giovanni Gentile(1875-1944), l’ideatore dell’esame di maturità

Effetti anche sul mondo di oggi

Naturalmente la riforma Gentile era anche finalizzata ad inculcare nei giovani gli ideali fascisti, e a
a tale scopo venne potenziato l’insegnamento della religione e della filosofia, naturalmente reinterpretata in una determinata maniera. Un maggior peso venne dato anche al latino, anche per sostenere il culto dell’antica Roma: come detto, per l’esame di maturità Classica era la materia che occorreva conoscere meglio. In Italia, si sa, le trasformazioni sono molto lente: a quasi un secolo di distanza, la struttura scolastica ha ancora troppe somiglianze con quella dell’era Gentile, a causa di una cultura dell’ educazione in generale restía ad adeguarsi ai tempi. In particolare, c’è ancora il retaggio dello studio della lingua latina, tuttora obbligatoria nelle scuole superiori più importanti. Esso andrebbe sicuramente ridimensionato, magari limitato allo studio della letteratura più significativa, per dare più spazio alle lingue moderne, che sono quelle che permettono di comunicare e di farsi strada nel mondo di oggi sempre più globalizzato, come abbiamo spiegato molto in dettaglio in questarticolo. Chissà se Giovanni Gentile aveva immaginato che gli effetti della sua riforma si sarebbero fatti sentire anche ad un secolo di distanza.

Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

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