La disavventura capitata a Stefano D’Orazio, cantante Pooh, nel 1973 prima di un concerto: intervenne in difesa di una ragazza, chiamò il 112 e venne portato lui stesso in carcere
di Giulio Simeone
Roma, martedì 12 gennaio 2016
Quella volta che Stefano D’Orazio finì in galera: stando a quanto racconta il famoso batterista dei Pooh, ciò avvenne solo perchè egli si era “sporcato le mani” difendendo una ragazza dall’arroganza di un carabiniere. Correva l’anno 1973: poche ore prima di un concerto in programma al Castello San Giusto di Trieste, i quattro Pooh erano seduti ai tavolini di un bar sul lungomare. Ad un certo punto, Stefano, che allora era un ragazzo di 25 anni, assistette ad una scena concitata e rocambolesca: un automobilista aveva rischiato di investire una ragazza slovena con un bambino in braccio e, per giunta, sceso dalla macchina, la stava strattonando. Allora Stefano decise di intervenire: secondo il suo racconto, l’automobilista gli fece notare di essere un carabiniere e lui gli rispose: “Non creda di poter fare quello che vuole solo perché è un carabiniere“. Il battibecco andò avanti ed alla fine Stefano chiamò il 112. Ma nella macchina che accorse sul posto c’erano altri carabinieri, che conoscevano il carabiniere coinvolto nell’episodio: Stefano fu ammanettato e portato in carcere.
Il successo genera invidia …
La solidarietà tra colleghi aveva prevalso, sempre stando alla versione di Stefano, su una corretta valutazione dei fatti, e aveva prevalso anche sulla notorietà del cantante. Non dimentichiamo che il successo, così come genera sentimenti di ammirazione, può generare anche dei forti sentimenti di invidia: persone famose come Stefano D’Orazio, così come hanno migliaia di fans che impazziscono letteralmente per loro, spesso suscitano anche delle forti antipatìe che a volte possono andare anche al di là delle loro reali mancanze o difetti.
4 mesi con la condizionale, poi assolto
I carabinieri che arrestarono D’Orazio non si curarono neanche del fatto che da lì a poche ore era in programma un importante concerto: a nulla valsero i pazienti tentativi di Roby Facchinetti di convincerli a lasciar andare Stefano. Quella sera lo stesso Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian, che aveva appena iniziato a suonare con i Pooh, dovettero suonare in tre, mentre Stefano D’Orazio passò la notte in galera con le recluse della sezione femminile che impazzivano per lui.
Fu portato dal giudice in manette, questi sembra che ascoltò soltanto le testimonianze contro Stefano e lo condannò a quattro mesi con la condizionale. Poi, però, fu assolto in appello. 17 anni più tardi, nella celebre canzone “Uomini soli“, D’Orazio ha cantato “Ci sono uomini soli per la sete d’avventura, perchè han studiato da prete o per vent’anni di galera“. Non tutti sanno che quest’ultima esperienza era toccata anche a lui, fortunatamente non per vent’anni ma per un solo giorno.