IL MANAGER EGOISTA

manager egoista

Quando il manager teme di essere messo da parte e dimentica gli interessi del gruppo


di Giulio Simeone

Roma, domenica 10 luglio 2016


Una delle caratteristiche principali che deve avere un buon manager è quella di perseguire in ogni momento e in ogni circostanza gli interessi del gruppo del quale è a capo. Anche, a volte, mettendo da parte se stesso. Non è certo l’unica caratteristica che deve possedere, ma certo è una qualità imprescindibile. Si tratta di una caratteristica che possiedono tutti i manager? Assolutamente no, vediamo quali sono alcuni moventi che frequentemente possono distogliere i manager da tale obiettivo, siano essi a capo di un gruppo esteso di persone, o di un gruppo ristretto. E’ chiaro che le situazioni possono essere molto varie, e le dinamiche che descriveremo non esauriscono certo tutte le condotte deleterie che può mettere in atto un manager.

Paura di essere spodestato

I moventi più spiacevoli sono senza dubbio quelli della corruzione e del nepotismo, ovvero della pratica di assumere oppure di favorire parenti e amici al di là delle loro qualità effettive. Soprattutto il primo fenomeno è più diffuso, almeno in Italia, nel settore pubblico, con i dirigenti che spesso vengono nominati e poi mantenuti senza troppi controlli da politici anch’essi corrotti. Però un manager può essere distolto dall’interesse del gruppo anche da motivazioni più psicologiche oppure personali. Prima di tutto, quella della gelosìa del proprio ruolo, motivata da una paura più o meno recondita di venire scalzato. In presenza di un suo dipendente molto bravo, che sotto certi aspetti lo supera in competenza, il buon manager fa di tutto per mettere in risalto e per sfruttare al massimo le sue qualità: infatti egli sa che ciò va nell’interesse del gruppo, e, quand’anche il giovane rampante dovesse arrivare a pregiudicare la sua leadership, i risultati ottenuti dal gruppo torneranno a suo vantaggio. Magari il giovane rampante alla fine prenderà il posto del manager, ma quest’ultimo, avendo prodotto buoni risultati, salirà ancora di più nella gerarchìa aziendale, oppure magari troverà un posto di prestigio in altre aziende.

Continua necessità di conferme

Un cattivo manager, invece, prova fastidio nei confronti di un dipendente che dimostra un’eccessiva bravura e propositività; anche quando la posizione del manager non è in discussione, egli tende a mettere da parte le idee, le opinioni e i progetti del dipendente soltanto per la necessità psicologica di affermare la sua autorità, e di mantenere il comando delle operazioni. Allo stesso modo, il cattivo manager tenderà ad assillare i dipendenti con vincoli e procedure che aumentano i suoi poteri di controllo, anche là dove i controlli non sono necessari.

Il manager altruista è più amato

Un buon manager, invece, non necessita di tali conferme; egli sa fin dall’inizio di essere stato posto a capo del gruppo perchè ha le competenze e l‘esperienza per guidarlo, e non ha necessità di dimostrare nulla a nessuno, tanto meno di dimostrare in ogni momento di essere il leader. Il suo unico credo è l’interesse e la salute del gruppo. Tale disposizione mentale ripaga sempre? Nella maggior parte dei casi crediamo di sì, naturalmente ci possono essere circostanze nelle quali dal punto di vista lavorativo un eccessivo altruismo risulta controproducente, ma una cosa è sicura: un manager che guarda al gruppo più che a se stesso, ha molte più probabilità di essere amato e apprezzato dai suoi dipendenti, e quindi di trascorrere serenamente le proprie giornate lavorative. Il che può valere più di qualche centinaio di euro in busta paga.

Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

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