di Giulio Simeone
Roma, 6 gennaio 2017
Il libro di Antonino La Piana “Il segreto del coltivatore di rose” è sostanzialmente autobiografico e racconta esperienze realmente vissute dall’ autore all’estero, soprattutto in Africa, dove ha soggiornato a lungo lavorando anche nelle ambasciate di Somalia, Congo e Zimbabwe. Tutto il libro alterna e collega episodi di vita vissuta a profonde riflessioni filosofiche di ogni genere, sulla religione, sui sentimenti, sulle profonde differenze tra due mondi molto lontani e molto diversi, come quello dell’ Europa e quello dell’ Africa Subsahariana. Ad esempio, nel primo capitolo l’autore racconta un episodio realmente vissuto e parte da esso per fare una riflessione sull’avarizia e sull’attaccamento ai soldi che caratterizza almeno una parte degli europei, che sovente incontrano difficoltà anche a dare una monetina a chi chiede l’elemosina. Oppure si interroga sul significato profondo della religione, che spesso viene trasmessa ai bambini dai genitori senza dare loro la possibilità di scegliere. Dovendo adottare un credo religioso, cosa non certo obbligatoria, perchè non adottare quello più vicino al nostro modo di pensare e di sentire? Poi racconta la rottura con la sua ragazza dei tempi dell’Università, che lo convince a partire per l’Africa e a scoprire un mondo completamente nuovo, certo non privo di pericoli di vario genere ma estremamente affascinante. Sia i profondi ragionamenti dell’autore che derivano da una eccellente capacità introspettiva e analitica, sia gli episodi di vita vissuta, sono senz’altro qualcosa da non perdere.