GOVERNO ITALIANO, I DANNI COMMESSI PER AVER IGNORATO LA SCIENZA

di Giulio Simeone

sabato 8 agosto 2020

Chi si rifiuta di ascoltare la scienza, semplicemente, non può governare un paese. Siamo forse tornati al Medioevo? Nel precedente post, avevo parlato di come il governo italiano attualmente tiene in isolamento domiciliare migliaia di persone che, secondo pubblicazioni scientifiche di alto livello fatte proprie dall’ OMS, non sono più contagiose avendo superato la fase acuta del virus. Adesso si apprende che nei giorni drammatici di inizio della pandemia, il governo Conte ha fatto completamente di testa sua, ignorando i più che ragionevoli suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico.

Il 10 marzo la Lombardia aveva già avuto ben 4,428 contagiati, buona parte dei quali ricoverati in ospedale. 11 regioni su 20, in particolare quelle del Sud, avevano ancora meno di 100 contagi. Quando il 10 marzo Conte ha annunciato che avrebbe esteso a tutta Italia le rigide misure di lockdown che aveva preso per la Lombardia, io mi sono reso subito conto che il governo stava gestendo l’ epidemia in modo incompetente e grossolano. Adesso si scopre che il Comitato Tecnico Scientifico si era espresso per tre livelli diversi di misure a seconda della diffusione estremamente diversa del contagio sul territorio. Al Sud non sarebbe stata lasciata libertà totale, ma sarebbero state adottate misure lievi, probabilmente simili a quelle di adesso.

Le gravissime colpe del governo non si fermano qui. Ad Alzano e Nembro, due piccoli paesi della Val Seriana in provincia di Bergamo, il Comitato Tecnico Scientifico si è reso ben presto conto che la situazione stava diventando esplosiva, e ha chiesto l’ istituzione immediata di una zona rossa. Il governo tergiversò diversi giorni, durante i quali i contagi si moltiplicarono in modo drammatico. Alzano e Nembro entrarono in lockdown solo l’ 8 marzo insieme a tutta Lombardia, e però per un paio di settimane in tutta la regione si continuò ad andare al lavoro anche nelle zone più critiche e nelle fabbriche con ambiente più malsano. Pensate un operaio già malato di coronavirus costretto a respirare tutto il giorno fumi di scarico, vernici, ecc.

Quindi da una parte le decisionI ascientifiche del governo hanno provocato in Lombardia un numero imprecisato ma rilevante di morti in più, dall’ altra hanno provocato qualcosa di altrettanto grave: decine di milioni di persone inutilmente in lockdown rigido nelle regioni del Sud, senza neanche poter andare a trovare un amico oppure un parente stretto, aprire un piccolo esercizio commerciale, andare a correre nel parco. Con un grave impatto non solo economico, ma soprattutto psicologico sulla popolazione. Notare che le misure sono rimaste uguali tra Nord e Sud, salvo limitate discrezionalità regionali, anche quando a partire da maggio in molte regioni del Sud i contagi sono andati quasi ad azzerarsi. Fino al 3 giugno, per fare un esempio, non è stato possibile spostarsi tra la Basilicata e la Calabria, due regioni dove a partire da fine aprile i contagi quotidiani si sono sempre contati sulla punta di una sola mano!!

Semplicemente, chi disprezza la scienza e gestisce un’ epidemia probabilmente peggio di come si gestiva la peste nel Medioevo, NON DEVE GOVERNARE L’ ITALIA. Il governo attuale si deve dimettere, anche per potersi difendere meglio dalle pesanti accuse che gravano su di esso, e lasciare spazio, auspicabilmente, ad un governo di tecnici che dia finalmente ascolto alla scienza e che sia appoggiato da qualunque parlamentare abbia mantenuto il lume della ragione.

Le misure attuali, tuttora bislacche e generalizzate, devono lasciare il passo a misure RAGIONEVOLI, LOCALI e MIRATE alle fasce più a rischio. In questa sede farò solo un esempio: pretendere che i giovani tornino a scuola con la mascherina e senza poter mescolarsi come hanno sempre fatto, quando molto raramente i giovani si ammalano in modo grave, è una misura profondamente irragionevole ed anche egoista nei confronti delle generazioni che domani dovranno gestire e governare il paese. Questo tipo di scuola sarà odiata dalla maggior parte dei giovani, e tenderà a trasformarli in individui estremamente pavidi, che si sottraggono ad ogni minimo rischio oppure che per reazione diventano ribelli e spericolati.

Al massimo, e limitatamente alle zone nelle quali il contagio dovesse risalire in misura rilevante, si può pensare a separare i giovani dagli anziani, magari concedendo degli ingenti bonus per mandare temporaneamente gli uni oppure gli altri in affitto. Ove proprio ciò non sia possibile, gli anziani possono vedere di rimanere in zone separate della casa, evitando il più possibile contatti fisici. Ciò può essere in una certa misura spiacevole, ma è sempre meglio che snaturare completamente la vita dei più giovani, rischiando di provocare loro dei gravi traumi psicologici nella fase di sviluppo della personalità.

Ammesso e non concesso che il problema si possa ripresentare – 550 contagi in un giorno con un 9% di ospedalizzazioni in parte dovute ad altre cause sono ancora pochi – un approccio razionale e scientifico significa imporre i sacrifici e le restrizioni ad un numero molto minore di persone, lasciando vivere le altre in modo normale.

Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

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