EMORY TATE, COMBATTENTE FINO ALL’ULTIMO

Il M.I. Emory Tate
Il M.I. Emory Tate impegnato nell’ open di Pathena, in Olanda, da lui vinto nel maggio scorso (foto: chessdom.com)

Un ricordo del M.I. Emory Tate, che ho avuto la fortuna di incontrare cinque mesi prima della sua morte nel corso di un torneo in California


di Giulio Simeone

Roma, giovedì 19 novembre 2015


Se ne è andato praticando la principale passione della sua vita, gli scacchi. Il Maestro Internazionale americano Emory Tate è stato colto da una crisi cardiaca lo scorso 18 ottobre mentre giocava il secondo turno di un torneo vicino a Sunnyvale, in California, dove risiedeva. Non aveva ancora compiuto i 57 anni. Sono stato abbastanza scosso da questa notizia perchè cinque mesi prima avevo avuto il piacere di conoscerlo in occasione di un torneo che entrambi avevamo giocato al Villaggio Salinello di Tortoreto Lido, sulla costa adriatica. Una sera avevamo disputato quattro partite amichevoli conversando sia in inglese che in spagnolo, lingua che lui conosceva alla perfezione, e mi ero veramente fatto un sacco di risate a causa del suo modo di fare irruento, un po’ spaccone: spesso commentava le mie mosse con esclamazioni del tipo “You’re a son of a bitch!” (“tu sei un figlio di buona donna!”) oppure “You are strong, but I’m also strong, I’m an International Master!”. Però era anche molto gentile e amichevole, alla fine mi aveva detto in spagnolo che era stato un piacere incontrarmi, e condividere idee con me. Il giorno dopo aveva scritto su Facebook che una delle partite me l’aveva fatta vincere, ma non me la ero presa perchè sostanzialmente era vero: verso la fine della partita, estremamente complessa e combattuta ma giocata in un clima allegro ed informale, due o tre mosse me le aveva suggerite.

Ottanta scalpi di Grandi Maestri!

Emory Tate era noto per il suo gioco aggressivo e fantasioso, che nel corso della sua brillante carriera gli è valso ben ottanta vittorie contro Grandi Maestri; però spesso questa condotta spericolata la usava anche contro giocatori più deboli, evidentemente non era il tipo che “addormentava il gioco” in attesa dell’errore dell’avversario, e questa è stata la ragione per la quale non ha mai raggiunto un punteggio altissimo. Il suo picco massimo nel punteggio FIDE, 2411, curiosamente lo ha raggiunto alla non giovanissima età di 49 anni. Per dare un’idea del suo gioco spumeggiante, pubblichiamo la posizione cruciale di una sua partita, vinta, contro il Grande Maestro israeliano Leonid Yudasin. Alcune mosse prima Tate aveva messo in presa un cavallo in f5 e in questa posizione, invece di riprendersi il pezzo in a4 come probabilmente avrebbe fatto il 95% dei giocatori, ha giocato la donna in h5. La torre in a3 non perde tempo a ricatturare il cavallo, perchè la sua funzione è un’altra!! A questo link trovate l’intera partita, che contiene vari altri sorprendenti sacrifici di materiale, ampiamente commentata dal M.I. Jack Peters sul sito thechessdrum.net.

Emory Tate - Leonid Yudasin
Un momento cruciale della partita Tate – Yudasin giocata a Chicago nel 1997

Non solo scacchi

Emory Tate nella sua vita non si è dedicato soltanto agli scacchi: è stato un sergente maggiore della United States Air Force, vincendo tra l’altro per ben cinque volte il campionato interno ad essa. Aveva molta facilità ad imparare le lingue straniere, oltre al già menzionato spagnolo conosceva bene anche il tedesco e il russo. Aveva tre figli, Andrew, Tristan e Janine, dei quali era molto orgoglioso: i primi due sono diventati campioni non di scacchi, ma di kickboxing, e però Andrew ha confidato al sito chess.com: “Mio padre mi ha insegnato tutto, assolutamente tutto, e il mio stile di combattimento è un’imitazione del suo stile alla scacchiera”.

La famiglia di Emory Tate (foto: en.chessbase.com)
La famiglia di Emory Tate (foto: en.chessbase.com)

Emory Tate nella sua vita non ha trasmesso le sue conoscenze solo ai suoi figli, ma anche a tante altre persone: il suo amico Todd Andrews scrive sul sito en.chessbase.com Emory amava condividere le sue esperienze scacchistiche con chiunque mostrasse interesse. Non storceva mai il naso davanti ai principianti più inesperti, ma piuttosto si sedeva con loro e mostrava loro le sue combinazioni tattiche più recenti”. Proprio come aveva fatto con me e con altri giocatori, sia forti che deboli, al Villaggio Salinello. Peccato che non lo potrà fare di nuovo. Riposa in pace Emory.

Giulio Simeone

Pubblicato da Giulio Simeone

Giulio Simeone si è laureato in Matematica all' Università di Roma Tre nel 2002, e successivamente ha svolto svariati tipi di professioni. Quelle coltivate in modo più approfondito sono quelle del programmatore, del giornalista web, del traduttore e dell' imprenditore turistico. Da tutte queste professioni, in buona parte interconnesse fra loro, ha ricavato grandi soddisfazioni. Parallelamente a esse, ha coltivato la passione per le lingue straniere: conosce bene l' inglese e lo spagnolo, e se la cava con il francese. Il suo indirizzo e-mail è [email protected].

Secured By miniOrange